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Moloch
settembre 9, 2010
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Moloch! Solitudine! Sudicio! Bruttura! Pattumiere e inottenibili dollari! Bambini che urlano sotto le scale! Ragazzi che singhiozzano negli eserciti! Vecchi che piangono nei parchi! Moloch! Moloch! Incubo del Moloch! Moloch il senzamore! Moloch Mentale! Moloch pesante giudicatore d'uomini! Moloch l'incomprensibile prigione! Moloch il tibiaincrociato senzanima penitenziario e Congresso dei dolori! Moloch i cui edifici sono giudizio! Moloch la vasta pietra della guerra! Moloch i governi stuporosi! Moloch la cui mente è pura macchina! Moloch il cui sangue è denaro corrente! Moloch le cui dita son dieci eserciti! Moloch il cui petto è una dinamo cannibale! Moloch il cui orecchio è una tomba fumante! Moloch i cui occhi son mille finestre cieche! Moloch i cui grattacieli si ergono sulle lunghe strade come infiniti Jehovah! Moloch le cui fabbriche sognano e gracchiano nella nebbia! Moloch le cui ciminiere e antenne coronan le città! Moloch il cui amore è petrolio e pietra senza fine! Moloch la cui anima è elettricità e banche! Moloch la cui povertà è lo spettro del genio! Moloch il cui fato è una nube di asessuato idrogeno! Moloch il cui nome è Mente!
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urlo
settembre 8, 2010
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Ho visto le migliori menti della mia generazione
distrutte da pazzia, affamate, isteriche, nude
strascicarsi per strade negre all’alba in cerca di una pera di furia…
Hipster capodangelo bramare l’antico spaccia paradisiaco che connette
alla dinamo stellare nel meccanismo della notte…
Che povertà e stracci e occhiaie fonde e strafatti
stavan lì a fumare nel sovrannaturale buio di case con acqua fredda
librati su tetti di città, contemplando jazz…
…
che in università erano di passaggio
con occhi raggianti e “cool” allucinando arcanso
e blake lumi lievi tragedie tra studiosi della guerra…
…
Che erano espulsi da accademie per pazzi
e osceno pubblicare odi sulle finestre del cranio…
Che in camere non sbarbate e impauriti
si accucciavano in mutande bruciando i soldi nella carta straccia
e ascoltando il Terrore di là dalla parete
…
Che si facevan beccare con barba pudica
tornandovi a laredo con cintura di marijuana per New York
…
Che mangiavan fuoco in hotel ridipinti
o bevevano trementina in Paradise Alley, morte, o si purgatoriavano il torace
notte dopo notte con sogni, con droghe, con incubi a occhi aperti,
alcol e cazzo e balle-sballi senza fine,
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Che vagavan su e giù a mezzanotte
per depositi ferroviari chidendosi dove andare,
e andavano, senza lasciare cuori spezzati,
Ho visto le migliori menti della mia generazione
che trombavano in limousine col cinese di Oklahoma
su impulso invernale mezzonotturno illampionata pioggia di provincia,
Che ciondolavano affamate e sole per Houston
cercando jazz o sesso o zuppe…
e seguivan quel brillante spagnolo
per conversar d’America e d’Eternità,
tempo sprecato, e poi via per nave in Africa…
Categorie:varie
Allen Ginsberg, pensieri, poems, urlo